Pacchetto Sanità

Dal 2020 presente in Gazzetta Ufficiale il Piano per la non autosufficienza relativo al triennio 2019-2021 volto ad eliminare le diseguaglianze territoriali e a costruire un percorso condiviso (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 novembre 2019, GU n. 28 del 4 febbraio 2020).

Assistenza domiciliare, assistenza indiretta, talvolta anche con trasferimenti monetari o interventi complementari come i ricoveri di sollievo. Sono questi i punti principali del Piano per le non autosufficienze per il quale è previsto un fondo di 571 milioni di euro nel 2020 ed a 568,9 milioni di euro nel 2021. 

Gli interventi in questione fanno riferimento alle risorse del Fondo per le non autosufficienze, che è stato istituito nel 2007 con la Legge finanziaria al fine di fornire sostegno sia a soggetti con gravissima disabilità sia ad anziani non autosufficienti. (Fondo per le non autosufficienze (FNA) (art. 1, comma 1264, della legge 27 dicembre 2006 n. 296 - legge finanziaria 2007)

D’ obbligo, tuttavia, precisare che si tratta di contributi aggiuntivi rispetto alle risorse già destinate alle prestazioni e ai servizi a favore delle persone non autosufficienti da parte delle Regioni, e da parte delle autonomie locali, e sono finalizzate alla copertura dei costi di rilevanza sociale dell'assistenza sociosanitaria.

L'obiettivo del progetto è quello volto a cercare di costruire un modello di intervento condiviso in materia di vita indipendente, perché alla persona con disabilità sia consentito scegliere, in piena libertà ed autonomia, come, dove e con chi vivere, in un percorso che si compie insieme alle Regioni ed alle federazioni delle persone con disabilità, con cui sono state individuate le aree di intervento per giungere alla messa a punto di un modello operativo nazionale.

Gli interventi riguardano:

Assistente personale;

Forme dell’abitare in autonomia: housing e cohousing;

Inclusione sociale e relazionale;

Domotica per l’autonomia nell’ambiente domestico;

Azioni di sistema (es. forme di coinvolgimento attivo del mondo associativo e della comunità di riferimento).

La quota minima di finanziamento per ciascun ambito è pari a 100mila euro, comprensiva della quota di cofinanziamento. Le risorse disponibili variano da regione a regione, con valori che raggiungono l'apice in Lombardia (2,5 milioni di euro), Campania e Lazio (1,9 milioni di euro), fino alla disponibilità base di Valle d'Aosta e Molise.

Le risorse del Fondo sono ripartite annualmente tra le regioni con decreto interministeriale, previa Intesa in sede di Conferenza Stato-regioni. Si rammenta che il Decreto di riparto del 26 settembre 2016, stabilendo la destinazione delle risorse all'articolo 3, ha puntualizzato che la condizione delle persone con disabilità gravissime (solo ai fini del riparto) attribuendo agli interventi e servizi loro dedicati il 40% delle risorse.  Successivamente, il decreto di  riparto 27 novembre 2017 ha attribuito le risorse del Fondo, in via prioritaria ed esclusiva una quota non inferiore al 50%, per gli interventi a favore di persone in condizione di disabilità gravissima, inclusi quelli a sostegno delle persone affette da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e delle persone con stato di demenza molto grave, tra cui quelle affette dal morbo di Alzheimer (come previsto, per l'Alzheimer, dall'art. 1, comma 411legge di bilancio 2017--, della legge 232/2016 ).

Pertanto, riassumendo, gli interventi finanziabili sono di tre tipologie:

assistenza domiciliare diretta;

assistenza cd. "indiretta" mediante trasferimenti monetari sostitutivi di servizi o per il caregiver;

interventi complementari ai precedenti anche nella forma di ricoveri di sollievo (escludendo i ricoveri a ciclo continuativo aventi carattere non temporaneo).

Altresì d’obbligo ricordare che il Fondo finanzia anche interventi per non autosufficienze "gravi", per ora non molto specificate a livello nazionale e quindi rimesse esclusivamente alle Regioni.

Per quanto riguarda l'accesso dei disabili gravi alle prestazioni, sono stati adottati diversi criteri.

Solitamente è diffuso l'utilizzo dell'ISEE, utilizzato da alcune Regioni con la fissazione di soglie di accesso mentre in altre è usato come criterio di ordinamento delle domande per individuare i beneficiari laddove le risorse non siano sufficienti.

Sempre a livello regionale, in alcuni casi, infine, si individuano esattamente le aree di intervento (ad esempio, anziani o minorenni).

In altri casi invece, le risorse sono trasferite talvolta agli ambiti territoriali (talvolta ad ai distretti sociosanitari), che successivamente individuano beneficiari e interventi secondo le necessità locali, per l’ambito s3 ex s10 s adotta l’assegno d cura per gravi e gravissimi.

 Per maggiori informazioni rivolgersi all’Assistente Sociale del Comune di San Gregorio Magno, dott.ssa Monica Annunziata.

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